Un albo al giorno per sette giorni
Cosa meglio di un albo illustrato può spiegare ai bambini e alle bambine temi che, per la loro delicatezza, sono di difficile comprensione?
Associazione Officina Educativa dedicherà una settimana al mese a un tema diverso. Proporrà, ogni giorno per sette giorni, un albo illustrato che aiuti i bambini e le bambine a riflettere sul tema scelto.
Un albo è uno strumento ideale, in cui immagini e testo costituiscono una doppia narrazione che si intreccia e si snoda accompagnando il bambino e la bambina in un viaggio che può percorrere in compagnia di un adulto, dei coetanei o da solo, alla scoperta di sé e delle numerose emozioni e situazioni che incontrerà nella lunga strada della crescita.
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GENNAIO
L’ ACCETTAZIONE DI SÈ E DELLA DIVERSITÀ: giorno 1
La proposta di oggi è Orecchie di farfalla di Luisa Aguilar e André Neves ed. Kalandraka
È comune che i bambini e le bambine si divertano, quasi fosse un passatempo, a prendere in giro i coetanei per i loro difetti fisici, per come si vestono, o perché non possiedono oggetti all’ultima moda.
Orecchie di farfalla è un albo che tratta in modo poetico questo tema.
Il libro inizia con un gruppo di bambini/e che canzonano la piccola protagonista, Mara, per un suo difetto fisico: “Mara ha le orecchie a sventola!” La mamma la rassicura trasformando ciò di cui la bambina si vergogna in qualcosa di particolare e ricco di originalità: “No, figlia mia. Hai le orecchie come farfalle”. Da questo momento, Mara vede se stessa da un altro punto di vista e non sente più il bisogno di nascondere ciò che la caratterizza, ma sceglie di valorizzare ogni sua diversità.
Saprà così rispondere decisa alle provocazioni di bambini e bambine: “Mara s’è vestita con una tovaglia!” “No! Ho un vestito per giocare a scacchi o a dama!”, le sue scarpe consumate diventano scarpe che hanno molto viaggiato, la sua pancia che brontola un’orchestra che suona. Saranno molte le risposte che la bambina darà ai coetanei dispettosi per mostrare a loro, ma soprattutto a se stessa, che quello che può apparire come un difetto è, in realtà, una ricchezza.
Orecchie di farfalla è un albo che racconta di un viaggio interiore in cui si impara ad apprezzare la propria unicità, ad essere orgogliosi della propria diversità per giungere, infine, all’accettazione di sé.
Un albo utile per iniziare ad aiutare i bimbi e le bimbe a non cadere nella trappola dell’omologazione, adatto soprattutto alla fascia d’età in cui il desiderio di far parte di un gruppo è forte e può comportare problemi.
Le illustrazioni sono molto fantasiose e originali, da guardare e riguardare
L’ ACCETTAZIONE DI SÈ E DELLA DIVERSITÀ: giorno 2
L’ albo che proponiamo oggi è: Alla ricerca del pezzo perduto di Shel Silverstein ed. Orecchio Acerbo
Alla ricerca del pezzo perduto è un albo che presenta moltissimi spunti di riflessione. Nella lettura del libro, emerge un importante messaggio: il voler raggiungere la perfezione non solo è frustrante, poiché impossibile, ma anche inutile, perché è proprio l’imperfezione a rendere le persone uniche. E l’unicità è bellezza.
Il lungo viaggio che percorre il nostro piccolo protagonista, è ricco di incontri e di peripezie. Fa capire quanto il raggiungimento della felicità e della soddisfazione personale non sia legato unicamente all’arrivo, ma si costruisca nel tragitto che si compie, talvolta costellato di difficoltà da superare.
In questo albo si toccano temi quali: il senso d’incompletezza, la ricerca di qualcosa che colmi un vuoto, la difficoltà a trovare la parte percepita come mancante, la frustrazione che ne consegue e la scoperta che ciò che può sembrare una mancanza o un difetto è in realtà un valore. Ed è proprio tale scoperta a portare ad una rivalutazione di sé.
Ne Alla ricerca del pezzo perduto si racconta di un cerchio imperfetto, a cui, per l’appunto, manca un pezzo. Lo spicchio vuoto, in realtà, assomiglia ad una bocca, con cui il protagonista riesce a parlare, cantare e sorridere.
Il cerchio rotola, alla ricerca del suo pezzettino. Il suo rotolare è lento e se è vero che la mancanza della piccola parte gli impedisce di muoversi agilmente, gli permette però di fermarsi a chiacchierare con un verme, gli dà occasione di annusare il profumo di un fiore, di ammirare una farfalla.
Il viaggio è lungo e difficoltoso, il protagonista supera giungle e paludi, attraversa oceani, rotola sotto la pioggia e sotto la neve. Incontra molti pezzi, ma nessuno è quello giusto. C’è chi è troppo grande, chi è troppo piccolo, chi è troppo appuntito e la ricerca continua fino a quando non trova quello che calza a pennello. Ed ora che il piccolo cerchio è perfetto, sarà davvero felice?
Le illustrazioni, in bianco e nero, sono essenziali ed elementari, ma straordinariamente espressive nella loro semplicità. L’illustratore mantiene sempre la linea orizzontale, come a voler rappresentare un lungo viaggio, una strada su cui il protagonista si muove senza sosta e che porta il lettore a viaggiare insieme a lui, alla ricerca della felicità.
L’ ACCETTAZIONE DI SÈ E DELLA DIVERSITÀ: giorno 3
La proposta di oggi è Leo otto volte eroe di Sara Sahinkanat e Paolo Domeniconi ed. Sinnos
Diventare grandi non è facile. Spesso capita che non ci piaccia come siamo fatti, che gli altri ci sembrino meglio di noi: sono più alti o più magri, con il naso più bello o con le gambe più lunghe. Accettare la propria natura e riconoscere le potenzialità di cui siamo dotati è un difficile compito.
L’albo racconta di un piccolo polpo che fatica ad accettare se stesso: Leo ha, come tutti i suoi simili, otto tentacoli che sono la sua disperazione. Per vestirsi si deve svegliare prestissimo, quando ancora il sole non è spuntato e togliere il pigiama è una vera fatica, con ben otto maniche da sfilare! Per non parlare dei vestiti da indossare… una vera tortura! Anche fare colazione risulta un’impresa complicata. In inverno poi, tra maglione, cappotto e guanti, impiega un’eternità ad uscire di casa.
Leo ogni giorno sogna di diventare un’anguilla, per poter vestirsi indossando tutto il corpo in una sola manica. Una mattina, mentre si reca a scuola con lo scuolabus, accade qualcosa di inaspettato: la sua amica anguilla è in grave pericolo e l’unica cosa che permetterà di evitare una tragedia saranno proprio i suoi otto tentacoli. Leo si renderà finalmente conto di come ciò che ha sempre considerato un fastidioso prolungamento di sé è di fatto qualcosa di cui essere orgogliosi.
Le illustrazioni mostrano un mondo marino che assomiglia alla realtà dei giovani lettori, con i personaggi che compiono azioni e vivono giornate simili a quelle degli esseri umani, si vestono, fanno colazione, si lavano i denti e si recano a scuola. I personaggi sono disegnati con linee arrotondate, hanno grandi occhi che esprimono dolcezza e si muovono in uno scenario coloratissimo, ma dalle tinte delicate.
L’ ACCETTAZIONE DI SÈ E DELLA DIVERSITÀ: giorno 4
Oggi proponiamo Il coccodrillo che non amava l’acqua di Gemma Merino ed. Valentina
Il senso di appartenenza e di riconoscimento di sé ad un gruppo è un aspetto fondamentale nella vita di ogni bambino e bambina. Questa necessità si scontra spesso con la consapevolezza dei propri limiti, il non riuscire in ciò in cui riescono gli altri, il sentirsi in difetto, il timore di non essere accettati e amati, la paura di essere esclusi.
Il/La bambino/a dovrà fare un lungo percorso per scoprire che ognuno possiede dei talenti e che può essere, in qualche modo, di aiuto alla comunità di cui fa parte.
È un percorso che porta all’accettazione di sé, considerando ciò che ci differenzia dagli altri come una particolarità e non come una mancanza.
Per capire il proprio valore e trovare una collocazione nel mondo, il/la bimbo/a dovrà fare molti tentativi e si imbatterà in numerose sconfitte, che gli causeranno dolore e timore di non essere all’altezza delle aspettative degli altri.
Il coccodrillo che non amava l’acqua racconta di un piccolo coccodrillo che, a differenza dei suoi simili, non sopporta il contatto con l’acqua. Mentre i suoi fratelli e sorelle si godono lunghi bagni in vasca e si tuffano in grandi laghi saltando dai trampolini, il giovane protagonista se ne resta in disparte, incapace di unirsi agli altri e cercando consolazione arrampicandosi sugli alberi: un divertimento piuttosto insolito per un coccodrillo!
Lo sconsolato e triste coccodrillo le prova tutte per farsi piacere l’acqua e poter sentirsi come i suoi fratelli. Con i propri risparmi compra addirittura una ciambella che gli permetta di restare a galla. Purtroppo si rivela estremamente scomoda e gli impedisce di muoversi liberamente e di giocare con gli altri, poi l’acqua è talmente fredda!
Quando ormai sembra tutto perduto, accade qualcosa che farà scoprire che l’avversione del coccodrillo per l’acqua non era poi così tanto assurda!
Leggendo questa storia, il/la bambino/a si può facilmente immedesimare nel protagonista e vedere che dietro le difficoltà si può sempre trovare una soluzione che porta ad un lieto fine. Un finale che rassicura, perché rivela che, prima o poi, ognuno riuscirà a scoprire il proprio talento.
Le illustrazioni, dalle tinte delicate, mostrano protagonisti animali che vivono in un mondo umano: ci sono le vasche da bagno, le ciabatte, la palla, la ciambella, tutte cose che fanno parte della vita dei bambini e delle bambine e che aiutano ad immedesimarsi con il protagonista e nella storia.
Il protagonista è disegnato con tratti che esprimono dolcezza, che lo rendono molto espressivo e in grado di trasmettere il senso di solitudine che lo pervade.
L’ ACCETTAZIONE DI SÈ E DELLA DIVERSITÀ: giorno 5
L’albo proposto oggi è Rosso. Una storia raccontata da Matita di Michael Hall ed. Il Castoro
Un albo che parla di identità, ma anche di pregiudizi e di convenzioni sociali.
Rosso è un pastello a cera blu che è stato avvolto in una carta rossa con scritto Rosso al centro. Il nostro protagonista ha un problema: quando colora, colora di blu. Gli altri pastelli non se ne capacitano: se sopra di lui c’è scritto rosso, doveva per forza colorare di rosso!
Tutti provano ad aiutarlo e dispensano consigli di ogni genere o esprimono opinioni sul motivo del suo fallimento. La maestra sostiene che abbia bisogno di maggiore esercizio e gli suggerisce di disegnare delle fragole rosse insieme al suo compagno Scarlatto, ma ciò che riesce a produrre è una fila di fragole blu. La mamma Verde Oliva, gli propone di mescolarsi con Giallo, per disegnare una bella arancia, ma il risultato è disastroso: un’arancia verde!
C’è chi pensa che sia solo pigrizia, chi non s’impegni abbastanza. Rosso è desolato e non sa proprio come rimediare. Tutto l’astuccio vuole intervenire per aggiustare il pastello sbagliato: Scotch ritiene che sia rotto all’interno e lo avvolge stretto stretto, Temperino che non fosse ben temperato. Niente da fare: Rosso continua a colorare di blu.
Un bel giorno Prugna fa una cosa che nessun altro abitante dell’astuccio aveva mai fatto: assecondare la natura di Rosso. Il risultato è stupefacente. Grazie a Prugna, il protagonista capisce di non essere sbagliato: semplicemente, non era rosso, ma blu!
Rosso è un albo che racconta della ricerca della propria identità, insegna a liberarsi dei pregiudizi, a scrollarsi di dosso le etichette che gli altri ci vogliono a tutti costi attaccare, per accettare se stessi e diventare consapevoli della propria unicità e dei punti forza di cui si dispone.
Le illustrazioni catturano lo sguardo del lettore: caratterizzate da colori brillanti su uno sfondo nero che rappresenta l’interno dell’astuccio, metafora della società, si snoda la vicenda di Rosso e della scoperta della propria natura.
L’ ACCETTAZIONE DI SÈ E DELLA DIVERSITÀ: giorno 6
La proposta di oggi è Ranocchio è un… ranocchio di Max Velthuijis ed. Bohem Press Italia
In Ranocchio è un… ranocchio, il protagonista è alle prese con l’accettazione di sé. Per riuscire in questa difficile impresa, dovrà prendere coscienza dei propri limiti, passando attraverso la frustrazione e la sensazione di essere un incapace, mettendo in dubbio il proprio valore. Guarda gli altri personaggi che lo circondano e ha l’impressione che tutti siano dotati di qualcosa tranne lui.
La storia inizia con Ranocchio che si ammira in uno specchio d’acqua e, soddisfatto di sé, dice: “Sono proprio fortunato! Sono bello, so nuotare e so saltare meglio di tutti. Essere un ranocchio è la cosa migliore del mondo.” “Però io posso volare e tu non sei capace” ribatte l’amica Anatra pronta a prendere la rincorsa e a spiccare il volo, lasciando Ranocchio sbalordito e desideroso di volare come la sua amica.
Il piccolo protagonista le prova tutte per riuscire a decollare e librarsi nel cielo: agita le zampe come fossero ali dopo aver preso una lunga rincorsa, si costruisce delle ali con un vecchio lenzuolo, ma ogni tentativo finisce in un fallimento. Ratto interviene cercando di spiegargli che i ranocchi non possono volare e che dovrebbe saperlo. Questa spiegazione non è sufficiente a convincere Ranocchio, il quale chiede chiarimenti ad altri suoi amici.
Scopre così che nessun altro è in grado di volare, ma che ognuno è bravo in qualcosa: Porcello sa cucinare molto bene e Lepre sa leggere, mentre Ranocchio, nonostante ci provi, non è in grado di fare nessuna di queste cose. Sarà l’amico Lepre ad aiutare lo sconsolato protagonista a diventare consapevole delle proprie abilità, che sono uniche e che non tutti hanno ed è proprio il suo essere ranocchio a renderlo importante e amato da tutta la comunità.
Il protagonista, ora sollevato, torna al suo stagno e si specchia soddisfatto di sé, orgoglioso di essere un ranocchio.
Ranocchio è un… ranocchio è un albo che parla di un’esperienza che molti/e bambini/e vivono nella loro quotidianità: il desiderio di possedere le abilità di alcuni amici considerando le proprie come poco interessanti e di nessuna utilità è molto comune. Il racconto insegna ad apprezzarsi per come si è e a valorizzare al massimo le proprie competenze, attribuendo a queste il valore che meritano.
Le illustrazioni sono all’interno di cornici che ricordano dei piccoli quadri, con sfondi dai toni delicati e ben definiti. Il protagonista è rappresentano con occhi sporgenti e un costume a righe che gli donano un’aria simpatica.
L’ ACCETTAZIONE DI SÈ E DELLA DIVERSITÀ: giorno 7
L’ultima proposta di gennaio è La cosa più importante di Antonella Abbatiello ed.Fatatrac
Il racconto inizia con un’accesa discussione tra gli animali su quale fosse la cosa più importante. Ognuno individua una propria caratteristica come fondamentale e di maggior valore rispetto a quelle degli altri animali. Il coniglio sostiene che avere lunghe orecchie sia indispensabile, perché permettono di sentire ogni minimo rumore e scappare dai pericoli. Il riccio si trova in disaccordo, dal momento che a rendere veramente sicuro sono gli aculei che proteggono. Per la rana è essere verdi, perché permette di mimetizzarti e di sfuggire ai predatori.
Molti bambini e bambine sentono di avere una caratteristica che li contraddistingue, un pregio che considerano dominante e che può essere fonte di invidia degli altri.
Nel bosco accade esattamente la stessa cosa: ogni animale percepisce la propria particolarità come la più importante e tutti gli altri si chiedono se, in effetti, sia vero.
Sarà il saggio gufo a porre fine alla discussione, spiegando che non c’è una caratteristica migliore di un’altra, perché ognuno può dare un contributo importante utilizzando la propria: il coniglio può avvertire gli altri animali di un pericolo grazie alle sue lunghe orecchie, l’uccello può volare in alto per perlustrare il territorio, la giraffa procurare del cibo con il suo lungo collo. E così sarà per ogni animale.
Essere diversi fa sì che ognuno possa dare il proprio speciale contributo alla comunità attraverso la condivisione e la collaborazione, diventando così utile al gruppo.
Come negli albi fino ad ora proposti, anche ne La cosa più importante si tocca il delicato tema dell’accettazione di sé e della diversità, quest’ultima elemento fondamentale per avere un mondo vario dove ognuno può aiutare mettendo a disposizione degli altri ciò di cui è dotato.
Le illustrazioni dai colori vivaci, appaiono molto divertenti: ogni volta che un animale si vanta con gli altri della propria peculiarità definendola come la più importante, tutti gli animali del bosco ci pensano su e si immaginano con quella caratteristica. Nel libro è così possibile aprire un’aletta in cui si vedono tutti gli animali dotati della particolarità tanto decantata: un momento avranno lunghe orecchie da coniglio, in un altro la proboscide e in un altro ancora zampe palmate. Tutto questo rende le illustrazioni, per la loro stranezza, decisamente buffe.